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Talvacchia

 

Se non fosse per il suo lago e la sua diga, conosciuti come il lago e la diga di Talvacchia, ben pochi oggi saprebbero dell'esistenza di questo piccolo paese di montagna dell'ascolano, appollaiato sulla cresta di un colle a cavallo delle valli del Tronto e dei Castellano.

Il paese č a mezz'ora di macchina da Ascoli Piceno. Ci si arriva percorrendo la Salaria fino a Taverna di Mezzo, a due chilometri da Mozzano, dove si svolta a sinistra, e attraversato il ponte sul fiume Tronto, ancora a sinistra verso Colli di Funti, Funti e Talvacchia. Pochi chilometri di curve, semicurve e tornanti, che si snodano in una ricca vegetazione di ginestre, ginepri, querce, faggi e carpini.

Alcuni storici ascolani, come Giuseppe Colucci e Giuseppe Fabiani, non nominano Talvacchia nella loro rassegna e descrizione dei castelli, ville e contadi della cittā, mentre altri, come Giulio Amadio, Luigi Celani e il linguista Massimi Alighiero lo prendono in considerazione solo per analizzarne il toponimo, e fanno risalire il nome Talvacchia al germanico Thalwache, parola composta da Thal, "valle", e Wache, "guardia", con probabile significato di "guardia, o sentinella, della valle".

Talvacchia nacque verso la fine del quinto secolo dopo Cristo, come luogo di rifugio degli abitanti di Ascoli, che fuggivano dalla cittā per sottrarsi alle orde devastatrici dei longobardi (popolazione scesa dalla Germania ad invadere l'Italia dopo la caduta dell'impero romano) e ben presto divenne un loro presidio militare per la sua favorevole posizione strategica.

La prima cosa che appare avvicinandosi al paese č la sua antica chiesetta dedicata a S. Gregorio Magno, il papa che convertė al cristianesimo la regina longobarda Teodolinda, costruita nel 1400 dai monaci benedettini provenienti dal monastero di Farla, vicino a Rieti. Essa domina dall'alto i due abitati del paese: detti il Colle e Talvacchia di lā. Le case sono tutte costruite in pietra arenaria. Sugli architravi di alcune porte e finestre si possono notare dei fregi e iscrizioni latine, che acquistano caldi colori dorati sotto la luce radente del sole del tramonto.

Talvacchia č in una magnifica posizione panoramica. Da cui lo sguardo si apre verso le valli del Castellano e del Tronto. Da una parte la Montagna dei Fiori, la diga, le acque verde-azzurre del lago e le prime cime del lontano Gran Sasso; dall'altra una miriade di picchi e cocuzzoli che si rincorrono fino ai monti della Laga, al maestoso Vettore e alle variegate vette dei Sibillini che fanno da orizzonte.

Sono poche le persone che oggi vivono a Talvacchia, ma sono tanti coloro che a Talvacchia tornano a trascorrervi brevi soggiorni nei fnesettimana. D'estate invece il paese si popola di villeggianti e di quanti esso sono legati da vincoli affettivi e di parentela.

Da molti anni la zona di Talvacchia č frequentata non solo dai pescatori sportivi che amano il suo lago, ma anche dai tanti escursionisti che desiderano raggiungere promontori e valli remoti ripercorrendo i sentieri e le mulattiere dei montanari, dei pastori e dei briganti di una volta. Oggi Talvacchia non offre servizi a turisti e visitatori, ma concede momenti intensi a contatto con la natura, immersi in una scenografia spettacolare mozzafiato.

(Brano tratto dal libro “Talvacchia: per non dimenticare” di Paolo D'Isabella)

 

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In alto: veduta da ovest.

1 - Vicolo de "il Colle".

2 - "Il Colle"

3 -  Case di "Talvacchia di lā".

4 - Il lago.

5 - Vicolo di "Talvacchia di lā".

6 - 7 - Due vedute della chiesa

 

 

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