Cervara

  Frazione di Ascoli Piceno

Marche - Italia

 

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Tel.: 349 2678008

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Notizie storiche

 

le origini

 

Nel XV secolo sul territorio di Ascoli Piceno vi erano ancora i cervi e la maggior parte degli storici locali concorda sul fatto che probabilmente a Cervara vi fosse una riserva di caccia popolata da questi animali (da cui il nome) forse di proprietà della nobile famiglia Ascolana dei Guiderocchi, che aveva il dominio di gran parte di questi territori montani, o dei vescovi della stessa città. Le origini dell’abitato di Cervara, essendo un piccolo borgo di montagna, non sono facili da poter individuare con esattezza. Si può azzardare l’ipotesi che i primi abitanti siano arrivati in questo posto a seguito di quel fenomeno che avvenne nel medioevo, cioè l’abbandono delle pianure, diventate insicure, per luoghi meno pericolosi sulle alture e le montagne. Non si può comunque escludere che questi luoghi fossero abitati  o frequentati anche in tempi ancora più remoti come farebbe pensare il ritrovamento di certi oggetti annotati sui taccuini di Giulio Gabrielli. Come alcuni oggetti barbarici qui ritrovati ed ora collocati presso il Museo Archeologico di Ascoli Piceno, fanno pensare anche alla presenza dei Longobardi. Si è tramandato a Cervara che le prime case fossero state costruite in un altro posto che oggi si chiama "Ncerevara" (potrebbero anche essere state costruzioni  per servire l'eventuale riserva di caccia) e successivamente, nei primi anni del XVIII secolo si iniziò a costruire, spostandolo di poco, il paese attuale, sicuramente a causa di irreparabili danni alle vecchie abitazioni a seguito dell’intenso e devastante sciame sismico che vi fu in quel periodo..   La prima notizia certa si legge nelle Cronache Ascolane (1345 - 1523):  il 10 febbraio 1350 gli abitanti di Acquasanta, Quintodecimo, Monte Calvo, Colle Alto, Pupignano, Rofignano,  Cervara di altri luoghi, insorsero contro il dittatore di Ascoli Galeotto Malatesta. Colle Alto é Colloto; Pupignano l'attuale Palazzaccio; Rufignano, era un castello/fortificazione che si trovava su di una altura sopra Colonna a circa 700/800 metri da Talvacchia. Successivamente, nel 1571, anche gli abitanti di Cervara, Colloto, Colonna, Talvacchia insieme a quelli di San Gregorio e Spelonca parteciparono alla battaglia di Lepanto. Cervara, Colloto, Colonna, Lisciano e Pianaccerro già nel 1500 erano ville ascolane. Facevano, cioè, parte della comunità di Ascoli Piceno e dipendevano direttamente dalla sua municipalità.  Nel 1790 la popolazione di Cervara  era composta da 11 famiglie.

 

 

 

 

Il brigantaggio ascolano del 1861

 

Nel 1861, all'indomani dell'unità d'Italia, anche nell'ascolano si ebbe il fenomeno del brigantaggio. Sorto per spalleggiare il tentativo di ristabilire lo Stato Pontificio, ebbe nell’ascolano la sua principale base di azione in questa zona a sud del fiume Tronto tra Mozzano e Acquasanta Terme. Tutti i paesi compresi in questo lembo di terra furono, chi più chi meno, interessati alle azioni di guerriglia. Il capo della rivolta fu Giovanni Piccioni che ebbe dimora a San Gregorio, ove nacque,   e successivamente a  Rocca di Montecalvo, entrambe frazioni di Acquasanta Terme  vicine a Cervara. Questi reclutò circa 300 persone di questi luoghi e del vicino Abruzzo. Tre di essi erano di Cervara: Vincenzo Ferretti, il figlio Emidio e Emidio Piccinini detto “U Appe” (Il Guappo). Quest'ultimo era agilissimo, furbo e temerario. Sfuggi sempre alla cattura nonostante la caccia serrata che gli venne fatta  da parte dei carabinieri e dell’esercito piemontese. Questo gli valse anche il nomignolo di “inafferrabile”.  Trovò la morte a Radicina, piccola frazione di Roccafluvione, che si trova in queste zone, ad opera di un abitante del posto che si dice, forse per vendetta, gli abbia sparato una fucilata alle spalle mentre attraversava l'abitato. Sui fatti del brigantaggio di questi posti si raccontano numerose storie ed aneddoti alcuni documentati altri tramandati per via orale.

 

 

 

 

Seconda Guerra Mondiale

 

Durante la Seconda Guerra Mondiale, nel settembre del 1943, soldati americani, inglesi, polacchi, slavi fatti prigionieri dai tedeschi e detenuti presso il campo di concentramento di Servigliano fuggirono. Quasi tutti si diressero verso sud, in direzione del Gran Sasso, per raggiungere la linea degli alleati. Moltissimi  di questi passarono per Cervara dove furono sfamati e ospitati. Qualcuno si soffermò anche per giorni, altri,  per mesi. o, addirittura, per anni. I più anziani ricordano di un americano "Guglielmo", capitano dell'aviazione, che vi rimase diversi mesi e ripagava l'ospitalità rendendosi utile nei lavori dei campi. Lo stesso facevano due soldati inglesi "George" e "Robert". Quest'ultimo in tempi più recenti è tornato sul posto un paio di volte.

 

George e Robert

Questi due ultimi, all'inizio di gennaio 1944, rimasero bloccati, a seguito di una forte nevicata notturna, per diversi giorni in una piccola cascina distante dal paese ove di solito pernottavano. Per il forte freddo George, già cagionevole di salute, si ammalò. Trascorso qualche giorno Mariano Piccinini, di Cervara, decise di raggiungere i due militari inglesi per portare loro dei viveri.. La quantità di neve superava di molto il metro ma questo non scoraggiò minimamente Mariucce, così veniva chiamato, che, vincendo ogni difficoltà, raggiunse la piccola cascina situata nella vallata sottostante il paese a circa un chilometro e mezzo di sentiero. Dicono che per essere più sollecito abbia aperto una traccia lungo il sentiero innevato facendo uso soprattutto del suo corpo.  Racconta il medico ascolano Dott. Renzo Roiati, all'epoca ancora studente in medicina, che intervenuto in quei giorni a Colloto, per visitare due slavi, fu informato dell'inglese malato. Si recò nella vicina Cervara. Raggiunse la cascina portando le cure necessarie a George che guarì dalla pleurite che aveva contratto.  I due militari inglesi rimasero a Cervara circa due anni: questo fu il periodo di tempo necessario a George per recuperare le forze e riprendere il viaggio insieme a Robert. L'ospitalità offerta degli abitanti di Cervara in quei mesi fu successivamente premiata: diversi di essi ricevettero un attestato di ringraziamento, con una piccola somma di danaro, da parte del Comando Americano del Fronte Occidentale per l’aiuto prestato ai loro militari in difficoltà.

 

 

 

 

oggi

 

Nel 1955 a Cervara vi erano 28 famiglie per un totale di 130 abitanti.  Poi é iniziata la fuga dalle campagne verso i centri più importanti ed anche Cervara ha subito questo fenomeno. Ora gli abitanti effettivi sono pochissimi ma nei fine settimana e soprattutto  nel periodo estivo torna a ripopolarsi come una volta.

 

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Cronache Ascolane (1345-1523)

 

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Taccuini di Giulio Gabrielli

 

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Oggetti in bronzo provenienti da Cervara -Museo  Archeologico di Ascoli Piceno

 

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Bacile in bronzo proveniente da Cervara -  Museo  Archeologico di Ascoli Piceno

 

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Mandato di cattura del 1861 per Giovanni Piccioni, i figli e il parroco di Talvacchia.

 

La piccolissima cascina ove pernottavano nel 1943 i soldati inglesi "George" e "Robert". Ora è completamente ricoperta dalla vegetazione in un ambiente  frequentato da cinghiali.

 

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Attestato di ringraziamento che il Comando Americano del Fronte Occidentale rilasciava a chi prestava ospitalità e aiuto ai militari americani in difficoltà.

 

 

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